Protezione Civile Regione Calabria
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Rischio Incendi Boschivi e di Interfaccia

Il Rischio Incendi

Il rischio incendi boschivi e d’interfaccia si può definire come il valore atteso del danno dovuto al verificarsi di un incendio, in una particolare area e in un determinato periodo di tempo.

Ai sensi della L. 353 /2000, “per incendio boschivo si intende un fuoco che tende ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate che si trovano all’interno delle stesse aree, oppure su terreni, coltivati o incolti, e pascoli limitrofi alle aree”.

Nel caso in cui il fuoco va ad interessare l’ambiente antropizzato si parla di incendio di interfaccia.

      Incendio boschivo (fonte internet)                  Incendio di interfaccia (fonte internet)

Per interfaccia si intende il luogo dove l’area naturale e quella urbana si incontrano e interferiscono reciprocamente (definizione della National Wildland/Urban Fire Protection Conference (NW/UFCP) del 1987).

Generalmente tale termine indica zone di contatto tra vegetazione naturale ed infrastrutture combustibili.

Il problema degli incendi nell’interfaccia tra bosco ed insediamenti abitativi presenta un duplice aspetto.

  • L’ incendio è causato dalle attività svolte negli insediamenti abitativi o in loro prossimità. In questo caso l’incendio si propaga dalle case al bosco circostante.
  • L’incendio parte dal bosco e si propaga fino ad interessare successivamente gli insediamenti civili.

L’ area di interfaccia si classifica sulla base di diverse tipologie insediative:

  • Interfaccia classica: insediamenti di piccole e medie dimensioni (periferie di centri urbani, frazioni periferiche, piccoli villaggi, nuovi quartieri periferici, complessi turistici di una certa vastità, ecc.), formati da numerose strutture ed abitazioni relativamente vicine fra loro, a diretto contatto con il territorio circostante ricoperto da vegetazione, arborea e non arborea.

  • Interfaccia occlusa: presenza di zone più o meno vaste di vegetazione (parchi urbani, giardini di una certa vastità, “lingue” di terreni non ancora edificati o non edificabili che si insinuano nei centri abitati, ecc.), circondate da aree urbanizzate.
  • Interfaccia mista: presenza di strutture o abitazioni isolate distribuite sul territorio a diretto contatto con vaste zone popolate da vegetazione arbustiva ed arborea. In genere si hanno poche strutture a rischio, anche con incendi di vegetazione di vaste dimensioni. E’ una situazione tipica delle zone rurali, dove molte strutture sono cascine, sedi di attività artigianali, insediamenti turistici ecc.

    I mesi a più elevato rischio sono quelli estivi, quando la siccità, l’alta temperatura ed il forte vento fanno evaporare parte dell’acqua trattenuta dalle piante, determinando condizioni naturali favorevoli all’innesco e allo sviluppo di incendi.

    Le conseguenze per l’equilibrio naturale sono gravissime e i tempi per il riassetto dell’ecosistema forestale e ambientale molto lunghi. Le alterazioni delle condizioni naturali del suolo causate dagli incendi favoriscono inoltre i fenomeni di dissesto dei versanti provocando, in caso di piogge intense, lo scivolamento e l’asportazione dello strato di terreno superficiale.